Ecco il giardino a bassa manutenzione che si cura nel fine settimana.
Il tempo libero spesso non basta per dedicare al proprio spazio verde le attenzioni che sarebbero necessarie per tenerlo sempre in ordine, colorato da sgargianti fioriture e con un tappeto erboso ben rasato. Anche i “giardinieri del fine settimana” però possono comunque trovare le loro soddisfazioni e vivere il giardino come una fonte di piacere e non di continue delusioni e inutili fatiche e lo si può fare scegliendo piante poco esigenti e adatte soprattutto all’ambiente in cui si trovano e scegliendo soluzioni progettuali meno impegnative in base alle nostre esigenze.
Una delle prime regole da seguire è quella di osservare e valutare con attenzione le caratteristiche del luogo: posizione geografica (mare, montagna, lago, collina, ecc.) clima (mite, freddo, piovoso, secco, ecc.), esposizione (a nord, a sud, a est, a ovest) e quindi ore di luce al giorno, eventuali venti dominanti, e il tipo di terreno (calcareo, argilloso, acido, ecc.). Scegliere le piante tenendo conto di queste variabili consente di evitare grandi errori.
Gli alberi e gli arbusti spontanei che crescono in zona e che nel tempo si sono perfettamente adattati al clima e al terreno del luogo sono spesso una prima buona base di partenza per costruire un giardino a bassa manutenzione. Se viburni, biancospini, ginestre e sambuchi sembrano troppo spartani o poco interessanti invece risultano importanti per la biodiversita e per l’insetti pronubi pero si può sempre puntare su una loro varietà, come nel caso della robina, annoverata tra le piante infestanti, che è disponibile in una versione a fiori di colore rosa carico (Robinia pseudoacacia “Casque Rouge”).
Tra le piante spontanee rientrano anche le cosiddette “erbacce”, quelle che nascondono da semi portati dal vento o da qualche uccello e che arrivano dai prati, dagli incolti e dai giardini vicini e che sono solitamente l’incubo di tutti i giardinieri invece non c’è di più naturale.
In molti non sanno però che alcune di queste “clandestine” come la salvia dei prati e la viola mammola sono in realtà di innegabile bellezza. Generalmente queste piante si disseminano con facilità e tendono a diffondersi velocemente, bisogna quindi tenerle sotto controllo ed approfittarne, trapiantandole o riseminandole osservando nel calendario biodinamico di giorni di fiore con luna discendente, dove possono mescolarsi alle altre specie.
E’ sconsigliato invece l’uso di erbacee annuali, che nascono, fioriscono e muoiono nell’arco di una sola stagione e quindi vano riseminate ogni anno. Inoltre non appena spuntano le piantine occorre accudirle quasi quotidianamente e innaffiarle proteggendole dagli eccessi climatici, diradandole, fino a quando si sono del tutto affrancate. Lo stesso vale per le annuali acquistate già pronte in vaso.
Piuttosto è preferibile puntare sulle erbacee annuali che vivono per un certo numero di anni, fiorendo e rifiorendo stagione dopo stagione . C’è una vastissima scelta di piante che appartengono a questa categoria con caratteristiche diverse le une dalle altre per ogni gusto. Saranno ovviamente da privilegiare quelle più rustiche e con minori esigenze di acqua. Tra queste ricordiamo Achillea millefolium (in fiore a giugno-luglio), Althaea rosea (in fiore da giugno a settembre), Centranthus ruber (in fiore da maggio a luglio), Ceratostigma plumbaginoides (in fiore da giugno a ottobre), Erigeron karvinskianus (in fiore da aprile a ottobre,) Gaura lindheimeri (in fiore da maggio a ottobre), Geranium sanguineum (in fiore da aprile a luglio), Kniphophia sarmentosa (in fiore a gennaio-febbraio).
Un gruppo particolarmente interessante di erbacee perenni è quello delle graminacee ornamentali. Sono robuste, richiedono poche cure, tollerano la siccità, sono eleganti nelle forme e nei colori e sono belle anche in inverno. Si possono piantare in macchie, bordure, sui pendii, ecc. e stanno benissimo mescolate alle altre perenni. Tra queste Calmagrostis X acutiflora “Karl foerster”, Festuca glauca, Miscanthus sinensis “Adagio”.
In un giardino a bassa manutenzione non dovrebbero poi mancare le bulbose.
Sono infatti tra le piante più affidabili e che richiedono meno cure: basta interrare i bulbi (tuberi, cormi o rizomi) nel periodo giusto, al massimo irrigarli qualche volta se proprio non piove mai, oppure proteggerli con foglie secche o altro materiale da pacciamatura se viene troppo freddo. Scegliere secondo il periodo di fioritura e privilegiare le più rustiche, come Iris germanica, resistentissima al freddo alla siccità, e capace di adattarsi a qualsiasi terreno, e quelle che si inselvatichiscono facilmente , come narcisi, crochi e ciclamini (Cyclamen perscium).
E al posto del prato cosa si può mettere?
Una zona erbosa in effetti ingrandisce visivamente il giardino e costituisce un’area sicura per i giochi dei bambini e con il suo verde comunica un senso di quiete ma realizzarla e mantenerla è dispendioso in termini di tempo e denaro. Il prato va infatti concimato, arieggiato, sfalciato, trattato e soprattutto irrigato. Una valida soluzione è costituita dalle piante tappezzanti, quelle cioè che si sviluppano orizzontalmente strisciando sul terreno. Tra queste Dichondra repens, dalle foglioline tondeggianti che predilige il pieno sole e teme le gelate forti e Tymus serpyllum “Minor” dal fogliame grigio-verde profumato e che si riempie tra giugno e agosto di fiorellini rosa, vuole il pieno sole e sopporta bene il calpestio.
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